Origini
Nel primo novecento l'inizio di un nuovo stile con antiche radici
Anche se già nella seconda metà dell'ottocento nella Grazzano feudo del marchese Filippo Anguissola, era in attività la falegnameria di Donnino Borlenghi, i cui figli Leonardo e Pietro erano apprezzati costruttori di carri e attrezzature per l'agricoltura, è nel primo decennio del novecento - con l'entrata in scena del Conte Giuseppe Visconti di Modrone e la trasformazione dell'antico nucleo rurale sparso attorno al castello - che i mestieri locali si affinano, la tecnica sposa il gusto e la fantasia; sboccia quell'artigianato creativo che darà vita all'arredo stile Grazzano le cui forme si rifanno al 1400, il secolo di nascita del castello.
E' uno stile dominato dal bassorilievo con intagli molto fitti e profondi, con figure prima disegnate sulla tavola poi incise con mano d' artista sino a sbalzarne i contorni con gesti precisi e pazienti.
In ogni bottega esiste "un uomo dalle mani d'oro" maestro di qualche giovane che ne continuerà l'antica arte per ricavare soffitti lignei intagliati, dipinti e dorati; cassettoni, mobili e arredi in stile, intarsi policromi, e tanti altri lavori realizzati con perizia, passione e personale abilità; autentici capolavori quali cornici sontuose, vassoi con grande sviluppo di foglie, con teste drago in rilievo; tavolini con sbalzate figure mitologiche e motivi floreali; mobili scolpiti con grifoni uno diverso dall'altro, grandi librerie interamente decorate a cornici, intagliate a motivi ornamentali e vegetali, vetri protetti da griglia annodata, ante inferiori a pannelli riquadrati da bordura a nastro ritorto, spesso caratterizzati al centro da una anfora fiorita, piede a zampa ferina; console in noce con fasce sottostanti scolpite a rosette susseguenti e montanti laterali abbelliti da fregio a palmette; tavoli scrivanie e tavolinetti a piano rettangolare o tondo profilato da cornice dentellata con cassetti intagliati a losanga; seggiole con schienale con montanti scolpiti superiormente a foglia d'acanto, o di linea rigorosa intagliati a cornici ornamentali e cartella centrale scolpita a raggiera, gambe diritte unite da traversa a volute fogliate, figure di delfini, sedile in paglia intrecciata.
Oggi, gli artigiani del mobilio di Grazzano Visconti, pur tra tante difficoltà, continua la produzione di pregio secondo lo stile che in ottanta anni lo ha reso famoso. Aperto anche ai tempi e alla moda, offre mobili massicci, cassettoni, lettiere, troumeaux dalla linea inconfondibile, accanto a salotti di gusto inglese o provenzale, armadi toscani o veneziani, madie provenzali e via sino alle cucine in vero massello con elettrodomestici incorporati che si distaccano per rifinitura di particolari e solidità dalle produzioni fabbricate in serie.
Le botteghe artigiane che nei tempi hanno contribuito alla affermazione dello stile grazzano sono diverse da quelle storiche di Pietro Borlenghi con Alberto, Ettore e Giuseppe; di Leonardo Borlenghi e quindi da Arturo, Marco e Luigi; di Francesco Muselli e figli, di Antonio Risposi con Ferrante e Giuseppe, di Savino Tinelli, di Renzo Magnani, della Istituzione Visconti oggi diretta da Guido Leonardi, e via via sino alle ultime leve e tra queste Gualberto Servente, i fratelli Molinaroli, Tinelli e Marchini, Giuseppe Dordoni, Walter Borlenghi.