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Il Borgo Nuovo

L'invenzione del Conte Giuseppe Visconti di Modrone

 

Grazzano Visconti per quanto tipica espressione di villaggio medioevale non ha verso gli uomini del medioevo quei grossi debiti di riconoscenza che si potrebbero li per lì immaginare.


All'inizio del 1900 infatti la località di Grazzano - non ancora Visconti - era conosciuta come una piccola frazione del comune di Vigolzone con uno smantellato castello caro a falchi e lucertole, anche se il patrimonio storico aveva in quella costruzione un suo legittimo e suggestivo testimone.


Fu il conte Giuseppe Visconti a trasformare le poche cadenti case coloniche in fascinose dimore medievali. La disponibilità di nuovi alloggi, l'avvio di una scuola di arti e mestieri, l'apertura di laboratori e botteghe artigiane crearono anche i presupposti per una attività turistica.


L'obiettivo del conte Giuseppe mirava a realizzare un borgo che oltre a fare degna cornice al castello, avesse in se strutture utili ad assicurare lavoro ai giovani che terminavano i corsi di artigianato creativo del legno e del ferro battuto della nascente scuola di Grazzano.


Nove secoli più tardi il borgo medievale tutto nuovo sarebbe diventato città d'arte e la meta di maggior richiamo del turismo piacentino, capace di attrarre ogni anno quasi trecentomila visitatori.


La scena medioevale fu realizzata su un impianto planimetrico libero, ricco di valenze scenografiche. All'estro del conte Giuseppe si devono non solo i disegni delle case, ma anche la realizzazione degli affreschi, pitture, decorazioni scultoree.


Via via sorsero diversi edifici rispondenti alle linee architettoniche dei primi secoli dopo l'anno mille. Muri merlati, fontanelle, balconi, finestre a sesto acuto, portichetti, colonnine, stemmi e cartigli sono opportunamente collocati e l'arredo urbano concorre a far dimenticare che la costruzione più vetusta è datata solo novant'anni.


Fra le prime costruzioni a prendere corpo - corre l'anno 1906 - vi è l'Albergo del Biscione con la caratteristica insegna in ferro battuto forgiata a fuoco dal martello di un fabbro della prime officine, poi la palazzina della Istituzione, le botteghe artigiane, l'edificio delle "Regie poste e telegrafi" (d'angolo rispetto 1'attuale ufficio postale), e la deliziosa chiesetta gotica.


Nel 1915 il centro (via Carla Erba Visconti e Piazza Gian Galeazzo Visconti) aveva già assunto l'attuale topografia. La piazza principale, detta anche del Biscione, veniva completata negli anni successivi con la torre merlata, la fontana, il pozzo in cotto e marmo rosa, il Palazzo Podestarile adagiato sulla palazzina della Istituzione, prima sede della scuola di avviamento all'artigianato.


Anche l'arredo urbano ricco di immagini votive, fontane, colonne, cinte murarie viene a caratterizzare progressivamente la singolare scenografia. Ogni piazza, ogni strada ha ora una lanterna, ora un'insegna, il particolare studiato con cura e sapientemente collocato affinché l'illusione del viaggio a ritroso nel tempo sia completa.


Dal 1946 la conservazione e lo sviluppo del borgo furono affidati ai figli di Giuseppe Visconti, Luigi, Anna con il marito Adolfo Caracciolo.


L'illusione medioevale che ancora il borgo riesce a regalare è oggi difesa dalle insidie del tempo, dalle moderne esigenze abitative e commerciali, dai coniugi Giammaria e Violante Visconti.


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