Il fantasma
Non v'è Castello senza fantasma: quello di Grazzano è di sesso femminile.
Risponde al nome di Aloisa. Piccoletta, ben in carne, le braccia al sen conserte, da1 suo basamento sito neì pressi della piazza del Biscione occhieggia oggi verso i turisti. Le sembianze della statua che la raffígura sono fedeli al ritratto che fece di sé, guidando la mano di un medium nel corso di una seduta spiritica.
Narrò naturalmente la propria storia, che gli abitanti del borgo si tramandano:
Sposa ad un Capitano di Milizia, perì di gelosia in seguito al tradimento del marito, e da allora vaga per il Castello e il parco:
"Io sono Aloisa e porto Amore e profumo alle Belle che donano il loro sorriso a Grazzano Visconti"
Di notte - così dice la storia che viene tramandata - si rifugia tra la mura del castello e si comporta in maniera assai manesca, tirando i piedi e schiaffeggiando gli ospiti, a meno che questi le facciano dei doni, appendendo alla statua, posta ín una delle stanze, collane e monili, che ne appaghino la vanítà di spettro femminile.
Ecco dunque che la statua della Aloisa castellana sfoggia, con fare civettuolo i doni dei previdenti ospiti che - credere o non credere - hanno comunque preferito ingraziarsi lo spettro.
La storia della Aloisa, è stata al centro di una Mostra allestita al teatro del castello dedicata alle testimonianze e alle tradizioni del Borgo. Tra i giornali che si occuparono della manifestazione, la Stampa di Torino, il cui testo fu ripreso da una agenzia inglese e diffuso su diversi giornali. Successivamente il Sunday Express - quattro milioni di copie - ha incaricato il corrispondente in Italia di un servizio in chiave parapsicologica. Assistito da esperti del settore, il giornalista ha sottoposo le statue a diversi esami e alla famosa prova del "pendolino" alla fine il responso: "L'Aloisa risulta sorprendentemente viva. Si tratta dí una donna che amò e sofferse molto".
Molti altri i sorprendenti incontri con l'Aloisa.
Tra i più recenti quelli occorsi, in tempi diversi, ad un reporter di una stazione televisiva e al corrispondente di un quotidiano locale. Entrambi affrontarono l'argomento con manifesta incredulità.
Il primo riuscì a fotografare l'effige della statua solo dopo aver fatto opera di conversione - nel frattempo aveva però inceppato la fotocamera e avuto ripetuti guai con il lampeggiatore.
Il secondo raccoglieva, servendosi di un registratore, impressioni sullo spettro; alla fine delle interviste sulla pista magnetica risultarono le sole voci favorevoli alla Aloisa.
In questi ultimi anni l'Aloisa è assurta agli onori della cronaca anche come protettrice degli innamorati, una specie di San Valentino in gonnella.
Messaggi riconoscenti e omaggi floreali giungono infatti con frequenza all'effigie di Aloisa, da diverse parti d'Italia